Hanoi Rocks, la band che ha fatto conoscere la Finlandia del rock
Cosa sarebbero stati i Guns N’ Roses senza gli Hanoi Rocks? Questa domanda potrebbe essere la prima pedina da muovere in vista di un viaggio attraverso la scacchiera del Grande nord scandinavo. Attenzione: la seconda domanda — d’obbligo — è questa: chi sono gli Hanoi Rocks? Se siete dei maturi metallari Anni 80 sapete già tutto e potete sbarcare in Finlandia senza dubbi sorseggiando una lattina di Lapin Kulta (la birra fatta in Lapponia). Altrimenti dovete mettervi a studiare in stile “School of Rock”, il film mitico con Jack Black nei panni di un professore di storia della musica rock.
Gli Hanoi Rocks sono un orgoglio tipicamente finlandese: hanno sconvolto il panorama mondiale in pochi anni, ma sono spariti rapidamente dalle scene ispirando una serie di artisti che negli anni successivi che hanno portato al successo commerciale il loro stile. Anzi: il loro stile è stato classificato come “sleaze rock” (un suono più “sporco” accompagnato da un’immagine di forte impatto glamour) quando gli Hanoi Rocks si erano già ritirati dalla scena una prima volta.
Nati nel 1979 a Helsinki, capitale della Finlandia con una frizzante scena musicale, gli Hanoi Rocks propongono una musica che fonde hard rock, punk rock,garage rock e glam rock. I perni della band sono il cantante e sassofonista Michael Monroe (Matti Fagerholm), il chitarrista Nasty Suicide (all’anagrafe Jan Stenfors,che oggi fa il farmacista a Helsinki) e soprattutto il chitarrista Andy McCoy, idolo di Izzy Stradlin dei Guns N’ Roses (tanto da portargli via la fidanzata e sposarla).
Gli altri elementi ruotano vorticosamente in soli 6 anni e portano alla batteria anche Terry Chimes, ex batterista dei Clash. Tappe fondamentali della loro carriera sono i primi album registrati fuori dalla Finlandia. Il primo album è del 1981 con un titolo che è tutto un programma: ”Bangkok Shocks, Saigon Shakes, Hanoi Rocks”. Nel 1982 arriva “Oriental Beat”, nel 1983 “Self Destruction Blues” e la svolta americana con “Back to Mystery City”.
Come una rock band che si rispetti sono arrivati successo e anche i guai. Abbandoni volontari di qualche membro del gruppo, la morte del batterista Razzle in circostanze tragiche e la voglia del frontman Michael Monroe di mettersi a fare il solista. Siamo nel 1985: in cima alla Top 100 del magazine Billboard troviamo i Wham con “Careless Whisper” e anche una tigre del glam-rock come David Lee Roth si piega al mercato con la sua versione di “California Girls”. Gli Hanoi Rocks si sciolgono. Torneranno nel 2002 per una reunion che dura fino al 2008. Però hanno lasciato il segno con le loro capigliature cotonate, il make-up e il suono ruvido e da strada. Basta fare un salto su YouTube e digitare “Tragedy”, la hit dal primo album “Bangkok Shocks, Saigon Shakes, Hanoi Rocks”. Salvate il video e magari l’intera play-list e portatela con voi nel Grande Nord: sarà anche un’ottima scusa per fare quattro chiacchiere e bere la famosa Lapin Kulta della quale parlavamo nelle prime righe di questo viaggio nella musica della Finlandia.
Home > Hanoi Rocks, la band che ha fatto conoscere la Finlandia del rock
Hanoi Rocks, la band che ha fatto conoscere la Finlandia del rock
Cosa sarebbero stati i Guns N’ Roses senza gli Hanoi Rocks? Questa domanda potrebbe essere la prima pedina da muovere in vista di un viaggio attraverso la scacchiera del Grande nord scandinavo. Attenzione: la seconda domanda — d’obbligo — è questa: chi sono gli Hanoi Rocks? Se siete dei maturi metallari Anni 80 sapete già tutto e potete sbarcare in Finlandia senza dubbi sorseggiando una lattina di Lapin Kulta (la birra fatta in Lapponia). Altrimenti dovete mettervi a studiare in stile “School of Rock”, il film mitico con Jack Black nei panni di un professore di storia della musica rock.
Gli Hanoi Rocks sono un orgoglio tipicamente finlandese: hanno sconvolto il panorama mondiale in pochi anni, ma sono spariti rapidamente dalle scene ispirando una serie di artisti che negli anni successivi che hanno portato al successo commerciale il loro stile. Anzi: il loro stile è stato classificato come “sleaze rock” (un suono più “sporco” accompagnato da un’immagine di forte impatto glamour) quando gli Hanoi Rocks si erano già ritirati dalla scena una prima volta.
Nati nel 1979 a Helsinki, capitale della Finlandia con una frizzante scena musicale, gli Hanoi Rocks propongono una musica che fonde hard rock, punk rock,garage rock e glam rock. I perni della band sono il cantante e sassofonista Michael Monroe (Matti Fagerholm), il chitarrista Nasty Suicide (all’anagrafe Jan Stenfors,che oggi fa il farmacista a Helsinki) e soprattutto il chitarrista Andy McCoy, idolo di Izzy Stradlin dei Guns N’ Roses (tanto da portargli via la fidanzata e sposarla).
Gli altri elementi ruotano vorticosamente in soli 6 anni e portano alla batteria anche Terry Chimes, ex batterista dei Clash. Tappe fondamentali della loro carriera sono i primi album registrati fuori dalla Finlandia. Il primo album è del 1981 con un titolo che è tutto un programma: ”Bangkok Shocks, Saigon Shakes, Hanoi Rocks”. Nel 1982 arriva “Oriental Beat”, nel 1983 “Self Destruction Blues” e la svolta americana con “Back to Mystery City”.
Come una rock band che si rispetti sono arrivati successo e anche i guai. Abbandoni volontari di qualche membro del gruppo, la morte del batterista Razzle in circostanze tragiche e la voglia del frontman Michael Monroe di mettersi a fare il solista. Siamo nel 1985: in cima alla Top 100 del magazine Billboard troviamo i Wham con “Careless Whisper” e anche una tigre del glam-rock come David Lee Roth si piega al mercato con la sua versione di “California Girls”. Gli Hanoi Rocks si sciolgono. Torneranno nel 2002 per una reunion che dura fino al 2008. Però hanno lasciato il segno con le loro capigliature cotonate, il make-up e il suono ruvido e da strada. Basta fare un salto su YouTube e digitare “Tragedy”, la hit dal primo album “Bangkok Shocks, Saigon Shakes, Hanoi Rocks”. Salvate il video e magari l’intera play-list e portatela con voi nel Grande Nord: sarà anche un’ottima scusa per fare quattro chiacchiere e bere la famosa Lapin Kulta della quale parlavamo nelle prime righe di questo viaggio nella musica della Finlandia.